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Cos'è e come funziona il remarketing?

Remarketing: cos'è e come funziona?

In un mondo in cui veniamo costantemente bombardati da annunci, pubblicità e inserzioni varie, è bene che le aziende si specializzino in strategie di marketing mirato, in modo da raggiungere i migliori risultati. Scopri di più con Mygladix, agenzia di marketing a Brescia!

 

Cos’è il remarketing?

Una delle migliori tecniche di marketing più efficaci è il remarketing, che consiste nell’adottare un approccio commerciale che sia mirato a coloro che hanno già interagito con il brand. Questo permette di avere maggiore margine di successo con le campagne pubblicitarie che vengono attivate. Il remarketing viene anche chiamato retargeting, proprio perché l’attenzione viene focalizzata sul pubblico, in particolare su una nicchia specifica di persone che hanno familiarità con i servizi o i prodotti offerti.

L’obiettivo del remarketing è infatti quello di generare lead e conversioni, i siti web e le applicazioni sono infatti spesso solo vetrine per i propri articoli e solo una piccola percentuale di visitatori si trasforma effettivamente in cliente. Tramite una strategia di remarketing, il brand può mostrarsi al potenziale acquirente per “convincerlo” a compiere la transazione.

il remarketing può essere ancora più efficace nel momento in cui diventa dinamico; quindi, quando non solo il brand mantiene visibilità, ma vengono mostrati in maniera specifica tutti i prodotti che erano già stati visualizzati dal potenziale cliente.

 

Ma come funziona?

Il processo di remarketing viene reso possibile in due modalità:

  1.      Tramite pixel, ovvero frammenti di codice che vengono installati sul sito e che raccolgono informazioni sull’utente, come il tempo di navigazione, l’esecuzione di transazioni o la presenza di articoli nel carrello. Quando il sito registra un nuovo utente, viene automaticamente rilasciato un cookie generico, nel completo rispetto delle normative privacy in vigore. I cookies vengono a questo punto comunicati, ad esempio, ai motori di ricerca, per permettere di creare annunci personalizzati;
  2.     Tramite elenco, la lista solitamente comprende indirizzi e-mail di utenti già profilati, in questo caso il retargeting è più mirato in quanto i destinatari hanno già mostrato interesse nel brand, ad esempio iscrivendosi alla newsletter. Gli annunci sono destinati a meno utenti, ma la probabilità di conversione diventa maggiore perché, grazie all’engagement dimostrato, le campagne sono personalizzate. Ad esempio, gli utenti possono ricevere anticipazioni sugli sconti futuri o promozioni su misura;

 

Cos’è l’e-mail remarketing?

Una delle tattiche più efficaci da inserire nella propria strategia di remarketing è il DEM, ovvero il direct e-mail marketing. Questo permette infatti di mantenere costante l’attenzione del consumatore: maggiore l’engagement, maggiore la possibilità di concludere un acquisto. Per recuperare possibili lead, ci sono alcuni accorgimenti strategici:

  •       Carrello pieno, come già accennato, è possibile invogliare il cliente ad acquistare tramite l’invio di e-mail che gli ricordino di completare la transazione, si può inoltre attirare maggiore attenzione tramite sconti o pacchetti regalo;
  •       Acquisti offline, nel caso in cui invece l’acquisto online sia stato completato, si può invitare l’utente a proseguire la ricerca di altri articoli sia online che offline, offrendo magari una selezione di prodotti simili a quelli già acquistati;
  •       Offerte lampo, proporre all’utente uno sconto sui prodotti e/o servizi può sicuramente invogliare all’acquisto, per questo è possibile attuare una campagna di e-mail remarketing incentrata solo sulle promozioni;

 

Mygladix, agenzia di marketing a Brescia, propone l’utilizzo della sua piattaforma Emacat per la progettazione, stesura e invio di campagne DEM che siano: efficaci, sicure e rapide!

Grazie ad Emacat, gli utenti possono essere ricontattati per una strategia di marketing efficace e personalizzata. Affidati a noi per saperne di più!

 

Funzionano davvero le piattaforme per cercare lavoro online?

Piattaforme di lavoro: funzionano davvero?

 

Se per cercare lavoro prima era necessario aprire il quotidiano e leggere la sezione degli annunci, oggi esistono delle piattaforme che raccolgono e filtrano tutte le migliori inserzioni. Con un curriculum, una lettera di presentazione e un pizzico di fortuna, il tuo futuro lavoro può essere alla portata di pochi click! 

Sei confuso e non sai da dove cominciare? Ci pensa Mygladix a guidarti, grazie alla sua esperienza come agenzia di comunicazione e marketing a Brescia (nonché azienda utilizzatrice di queste piattaforme).

Quali sono le piattaforme migliori per trovare lavoro?

Online si possono trovare annunci di lavoro di qualsiasi tipo, internet è infatti diventato un’opportunità per le aziende di trovare centinai di candidati adatti alla propria filosofia aziendale. Ma in questo vasto panorama è facile perdersi, ecco quindi i consigli di Mygladix per le migliori piattaforme di lavoro:

  1. Linkedin, probabilmente il social business più conosciuto e utilizzato (si pensi che abbia raggiunto i 14 milioni di iscritti), qui la maggior parte di HR manager compiono le proprie ricerche di personale. Se all’inizio si presentava semplicemente come un social per la ricerca di lavoro, oggi è diventato spazio di condivisione B2B per aziende, recruiter e professionisti.

La piattaforma presenta una sezione apposita, chiamata “Lavoro”, in cui vengono caricati gli annunci. Tutte le inserzioni possono essere filtrate per:

  • Data di pubblicazione (in qualsiasi momento, ultime 24 ore, ultima settimana, ultimo mese);
  • Livello di esperienza del candidato (stage, esperienza minima, livello medio, livello medio-alto, direttore, executive);
  • Azienda, in cui inserire il nome di una realtà lavorativa;
  • Tipo di lavoro (a tempo pieno, part-time, contratto, temporaneo, volontario, stage);
  • Lavoro in presenza o da remoto;
  •   Località, in cui selezionare la provincia di interesse;
  • Settore e funzione lavorativa;

Ecco come effettuare una candidatura:

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2. Indeed, motore di ricerca che permette al candidato di contattare direttamente le aziende rispondendo agli annunci, oppure caricando il proprio curriculum e aspettando di essere contattato dalle aziende. In questo caso basta inserire la professione e la posizione prediletta, a questo punto ti verranno presentati una serie di annunci a cui rispondere.

Ecco come effettuare una candidatura: 
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3. Monster, il portale per la ricerca del lavoro che mette in comunicazione aziende e candidati, funziona esattamente come Indeed sia per le aziende che per i candidati;
 
Come capire quali annunci sono affidabili?
Le aziende devono sottostare a un regolamento che possa proteggere il candidato; tuttavia, spesso non vengono sottoposti a rigidi controlli e quindi è bene attuare una serie di accorgimenti per scovare coloro che provano a truffarti. I consigli di Mygladix sono:
  • Controllare che gli annunci abbiano più informazioni possibili, le piattaforme invitano infatti ad indicare più campi possibili, dalla retribuzione al tipo di contratto;
  • Cercare l’azienda su internet, verificandone l’attendibilità;
  • Trovare recensioni dell’azienda, disponibili sia sui motori di ricerca che sulle piattaforme (Indeed, ad esempio, fornisce una sezione apposita in cui controllare queste informazioni);
Mygladix, agenzia di pubblicità e marketing, è specializzata anche nella conoscenza delle piattaforme di lavoro (tanti dei nostri collaboratori sono stati assunti proprio tramite indeed, linkedin e monster!). Affidati a noi per avere altri consigli e una consulenza sulle risorse umane della tua azienda!

 

Realizzare un video aziendale professionale in pochi semplici step

Video aziendali professionali: guida in pochi step

Quale modo più efficace di comunicare l’identità della propria realtà, se non con un video aziendale professionale, efficace e perché no? Anche simpatico! I video aziendali hanno infatti un potenziale enorme per attirare l’attenzione di nuovi utenti, questa tipologia di marketing è infatti più efficace di un testo perché più istantaneo e di una foto perché più esplicativo. Scopri quindi con Mygladix, agenzia di marketing e comunicazione a Brescia, come realizzare un video aziendali!

Cos’è un video aziendale e come si realizza?

Un video aziendale, o corporate video, è un tipo di video che viene ideato, registrato e pubblicato per aumentare la brand awareness (visibilità del marchio) della propria azienda. I video possono infatti raccontare, anche in pochi secondi, i valori cardine che guidano una realtà nel suo lavoro e quindi dare un’immagine professionale della propria azienda. Inoltre, i video hanno maggiore probabilità di incuriosire il pubblico e anche maggiore probabilità di rimanere impressi, soprattutto se dietro c’è una buona idea di marketing!

Una grande idea non è però sufficiente, è infatti fondamentale organizzare il lavoro. Innanzitutto, è utile pianificare un brainstorming per portare una semplice idea a diventare un vero e proprio concept. Il concept permette infatti di costruire una solida base per quello che diventerà il video, utile in questa fase è una ricerca di mercato che permette di comprendere alcuni dettagli, come: target, comportamento dei consumatori e tendenze economiche ecc.

Successivamente, il team di grafici e video markers deve realizzare uno storyboard, questo termine deriva dall’inglese e significa letteralmente “tavola della storia” ed è la pre-visualizzazione di un progetto. Vengono realizzati diversi quadri che rappresentano i fotogrammi; quindi, le varie azioni chiave che verranno poi incluse nel video.

Contemporaneamente, i copywriters andranno invece a stendere un testo che sia efficace e adatto alla tipologia di video scelto. Deve infatti considerare se scriverlo sottoforma di dialogo, come una sorta di copione, oppure come voce fuori campo. Il copywriter si deve porre domande quali: come posso dare un senso di urgenza? È meglio scrivere in prima o in terza persona? Sto pensando al target a cui il video punta?

Il team di Mygladix, agenzia di marketing a Brescia, conosce bene queste fasi ed è pronto a mettersi all’opera!

Quante tipologie di video aziendali esistono?

Nella fase del concept, il team di lavoro deve decidere quale strada intraprendere, e per farlo, deve stabilire la tipologia del video:

  1. Video di presentazione, rappresenta la tipologia più diffusa. Il suo obiettivo è quello di far conoscere l’azienda e di riflesso attrarre anche possibili clienti, anche se lo scopo principale non è quello di promuovere un prodotto specifico, bensì l’azienda come realtà;
  2. Video emozionale, utilizzato spesso negli spot pubblicitari per far leva sulle emozioni del consumatore. È utile in quanto rimane impresso e, soprattutto nell’era dei social, presenta maggiore potenziale di viralità e quindi può raggiungere più persone;
  3. Video testimonianza, in cui l’attenzione è riposta sui clienti fedeli dell’azienda che raccontano la propria esperienza e incoraggiano ad acquistare quel prodotto o servizio;
  4. Video tutorial, che viene realizzato per rispondere alle domande principali, le cosiddette FAQ;

Mygladix, agenzia di pubblicità di Brescia, si dedica anche alla produzione e realizzazione di video, contattaci per maggiori informazioni!

 

 

Perché è stato bloccato ChatGPT?

Rivoluzione nell’intelligenza artificiale: Italia blocca ChatGPT

Sembra proprio che il 2023 sia l’anno dei divieti, dopo la minaccia di rimuovere Tiktok, adesso la chatbot ChatGPT è al centro della polemica sulla privacy. Mygladix è un’agenzia di marketing e comunicazione a Brescia, specializzata nel settore IT grazie alla sua business unit Myxtech!

Cos’è e come funziona ChatGPT?

Innanzitutto, ChatGPT si può definire come una chatbot, ovvero un software che sfrutta l’intelligenza artificiale per rispondere alle domande che gli utenti pongono. Queste risposte vengono formulate non cercando informazioni su internet, bensì traendo soluzioni dalle informazioni apprese da dati. Non è un caso, dunque, che il bot dica: 

“Le mie risposte non sono da intendersi come fatti, io incoraggio sempre le persone a verificare le informazioni che ricevono da me o da altre fonti”.

È stato progettato da OpenAI, società sostenuta da Microsoft. Mygladix è da anni partner di Microsoft, scopri tutti i vantaggi della collaborazione. La mission nello sviluppo del software era quella di avvicinarsi il più possibile all’intelligenza umana, per questo sono stati utilizzati algoritmi di apprendimento automatico per generare risposte con linguaggio naturale. Nello specifico, è stato sfruttato il modello di apprendimento automatico Large Language Model o LLM, che analizza enormi quantità di dati per dedurre relazioni tra parole, da qui derivano quindi i pattern da utilizzare nell’elaborazione di testi.

Perché ChatGPT è stato bloccato in Italia?

Il Garante della privacy italiano ha iniziato a mostrare ostilità già il mese scorso, e il 31 marzo è arrivato il comunicato ufficiale in cui veniva annunciato il blocco temporaneo e l’indagine istantanea a OpenAI, la startup americana proprietaria di ChatGPT. Le ragioni che hanno fatto diventare l’Italia il primo paese occidentale a sospendere la piattaforma sono molteplici, analizziamone alcune:

  •        Privacy, il Garante sta avendo difficoltà a comprendere la politica dei dati di OpenAI. Secondo le loro analisi, la piattaforma non sembra rispettare la normativa del Gdpr, il regolamento europeo per la protezione dei dati personali, nella dichiarazione ufficiale si legge: “Non c’è alcuna base legale che giustifica la raccolta massiccia di dati”. Inoltre, il Garante ha sottolineato l’inadempienza di OpenAI nel mantenere la loro policy under-13, che non permette agli utenti inferiori con età di tredici anni di utilizzare il software.
  •        Rischio del lavoro, la velocità di sviluppo di queste nuove tecnologie sembra infatti allarmare sulla stabilità di alcune posizioni di lavoro. Data l’impressionante rapidità e accuratezza nell’esposizione dei contenuti, sembrerebbe che la loro sostituzione con una macchina si stia avvicinando.
  •        Disinformazione, come già accennato, ChatGPT non garantisce l’assoluta esattezza dei contenuti esposti all’utente, è quindi possibile che vengano esibite informazioni senza alcun fondo di veridicità (scopri come riconoscere le fake news).

La startup rischia di dover pagare una multa di venti milioni di euro se non risponderà a tutti i dubbi sorti riguardo al trattamento dei dati degli utenti. OpenAI si è però dimostrata disponibile a mediare con il governo italiano.

E adesso? Cosa sta succedendo?

Per ora sono sorti software che vogliono emulare le caratteristiche di ChatGPT, tra questi emerge PizzaGPT, creato da un italiano all’estero per offrire ai propri connazionali un servizio simile.

A livello legale, settimana scorsa a Roma è stata organizzata una videoconferenza tra i vertici del Garante e il team legale di OpenAI. La startup ha voluto sottolineare la propria disponibilità nel collaborare con le autorità italiane, pur negando sempre il mancato rispetto delle leggi sulla privacy. Il Garante ci ha tenuto invece a evidenziare come la decisione del blocco non parta da un atteggiamento di resilienza nei confronti della tecnologia, bensì dalla volontà di proteggere i dati degli italiani. Entrambe le parti si sono dunque dimostrate disponibili a collaborare per trovare un compromesso, anche se per ora l'Italia rimane l'unico paese dell'Unione Europea a trovare un'inosservanza dei regolamenti sulla privacy.

Per rimanere sempre aggiornato sulle news del mondo della comunicazione, affidati all’agenzia di comunicazione e web marketing Mygladix!

Cosa succede a TikTok?

Cosa succede a TikTok?

TikTok, il social cinese spopolato tra la generazione zeta di tutto il mondo, rischia di scomparire dai radar di tutti gli store? Scopri il perché con Mygladix, agenzia di comunicazione di Brescia!

TikTok è una delle piattaforme social più utilizzate a livello internazionale e, nonostante si posizioni al sesto posto della classifica dei social network più in voga, raggiunge invece il primo posto nel podio delle applicazioni in crescita. Nel 2022 è stato infatti registrato un incremento pari al 45% rispetto al 2021, contro il 21% di Instagram e il 6% di Facebook. Ma vi abbiamo già parlato del successo che questo social sta avendo tra i più giovani, quindi concentriamoci sul presente: cosa sta succedendo?

La piattaforma social ha iniziato a apparire negli articoli delle più famose testate giornalistiche qualche settimana fa a causa delle minacce degli Stati Uniti d’America di imporre un divieto nel loro paese. In realtà però, il rapporto tra la Cina e i paesi utilizzatori ha iniziato ad incrinarsi anni fa. Già nel 2020, l’allora presidente americano Donald Trump aveva infatti definito l’app come “una minaccia alla sicurezza nazionale”. A questo punto, la compagnia cinese ByteDance decise di disinvestire la propria quota su TikTok per evitare che il divieto diventasse realtà negli Stati Uniti, ma anche in altri paesi che cominciavano a mostrare timori sulla privacy.

All’arrivo del nuovo presidente, tutt’ora in carica, Joe Biden, venne però firmato un ordine esecutivo che andò a revocare la decisione di Donald Trump. Tuttavia, nel giugno dell’anno scorso, viene segnalato che i dipendenti cinesi di ByteDance possono accedere a dati americani e che hanno ripetutamente visualizzato informazioni private di utenti TikTok. Come risultato, le controversie insorte l’anno precedente, sono ritornate a emergere creando ancora più caos. A dicembre il direttore dell’FBI Chris Wray ha infatti messo in guardia sulle minacce di sicurezza della piattaforma; quindi, diversi stati hanno iniziato a vietare l’utilizzo di TikTok sui dispositivi del governo.

La situazione nel continente europeo non è molto differente, i tre organismi dell’Unione Europea, ovvero il Consiglio europeo, il Parlamento europeo e la Commissione Europea hanno infatti imposto divieti di utilizzo della piattaforma tra i membri dello staff.

Venerdì 24 marzo, l’amministratore delegato di TikTok, nonché dirigente finanziario della ByteDance, Shou Zi Chew è stato convocato al Congresso degli Stati Uniti. L’obiettivo della sua testimonianza era rassicurare i deputati e quindi evitare il possibile blocco del social, in realtà però le sue dichiarazioni sembrano aver avuto l’effetto opposto. Quando infatti un deputato ha chiesto informazioni sulla vendita dei dati personali, Chew ha risposto in maniera vaga, senza riuscire a negare completamente le dicerieSimilarmente, quando sollecitato sull’accusa di aver spiato gli utenti, l’imprenditore di Singapore ha risposto “spiare non è il termine corretto per definire quello che è stato fatto”, lasciando spazio a varie interpretazioni delle sue parole.

Quali sono le preoccupazioni degli stati?

Il timore principale riguarda le possibili invasioni di privacy, qualsiasi compagnia che fa affari in Cina, deve infatti rispettare le leggi definite dal Partito Comunista Cinese. Alcuni credono infatti che l’app possa essere sfruttata dal governo cinese per spiare gli utenti o accedere ai dati di altri paesi. Altri pensano addirittura che il social possa essere utilizzato per diffondere propaganda cinese agli utenti residenti in altri stati.

Gli studi che sono stati fatti fino ad ora, in realtà, non hanno evidenziato particolari differenze nell’utilizzo dei dati da parte di TikTok, rispetto ad altri social media. La piattaforma potrebbe potenzialmente avere in possesso informazioni private, ma questo non presuppone per forza che Tiktok sia un’applicazione che maliziosamente spia i propri utenti.

La preoccupazione principale risiede infatti nel rapporto di TikTok e ByteDance con il governo cinese, per questo il presidente americano Joe Biden sta spingendo affinché il traffico venga trasferito su cloud occidentali.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime news del mondo della comunicazione con Mygladix, agenzia di social media management di Brescia!

 

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